Gemellaggi
Tra club falliti e conflitti interni: la Lega Pro cade a pezzi |
Giovedì 16 Luglio 2015 12:16 |
Dopo la mancata iscrizione di ben otto squadre e il probabile ripescaggio del Brescia in B, la terza serie presenta nove caselle vuote che non sarà facile colmare. Un momento critico per un sistema che solo lo scorso anno era stato riformato
C’è un campionato che perde i pezzi, si squaglia come un ghiacciolo, riduce progressivamente e drammaticamente il cerchio del calcio professionistico italiano. Otto squadre su 60 non sono iscritte alla Lega Pro, la vecchia serie C, oggi commissariata e nelle mani del magistrato Tommaso Miele, dopo un anno segnato da conflitti interni. L’ecatombe è una triste abitudine estiva, ma stavolta risulta sproporzionata per una Lega che solo un anno fa aveva portato a compimento la sua riforma: abolizione della Seconda Divisione (la vecchia serie C2, diventata da tempo una zona d’ombra per meteore ballerine), riduzione degli organici a 60 squadre (il format, in origine, ne prevedeva 90), elevazione di una barriera severa fra professionismo e dilettantismo. Tagliati i rami secchi, la nuova Lega Pro doveva essere una B2, un campionato sostenibile, riservato alle società che potessero garantire economicamente gli impegni. Invece il risultato è imbarazzante, figlio di una crisi traversale che abbraccia tutto il Paese: quattro squadre avevano già rinunciato al 30 giugno (Grosseto, Monza, Barletta e Castiglione), quattro si sono aggiunge adesso, fallendo la scadenza del 14 luglio per integrare la documentazione (Venezia, Varese, Reggina e Real Vicenza, la seconda squadra del capoluogo). Un’altra almeno dovrà essere ripescata in B al posto del Parma: favorito il Brescia. In questo momento, la Lega Pro ha 51 squadre al via e 9 caselle vuote, che potrebbero aumentare se la Covisoc dovesse bocciare altre posizioni. Senza tener conto dei possibili effetti del processo per calcioscommesse sulle classifiche dell’anno scorso.
il consiglio di venerdì dirà che c’è un posto libero in B e 8 in Lega Pro. Poi, probabilmente, ad agosto non arriveranno sufficienti domande di ripescaggio: la Figc ne prenderà atto e stilerà il campionato con quel che c’è, un numero di squadre da 51 a 60. L’obiettivo è formare tre gironi uguali, per non dover intervenire anche sul regolamento play-off che ammette solo le due migliori quarte, in base ai punti in regular season. [FONTE: Repubblica]
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