I Boys rispondono al sindaco di Carpenedolo PDF Stampa E-mail
Giovedì 05 Marzo 2015 11:52

Nei giorni scorsi ci è capitato di leggere sulla Gazzetta di Parma una missiva del dott. Stefano Tramonti che, in qualità di Sindaco di Carpenedolo, si è scomodato per condannare le manifestazioni di protesta nei confronti di Tommaso Ghirardi: cittadino di Carpenedolo, ex Presidente e (co)responsabile dell’attuale dissesto Parma Calcio, parente dello stesso Tramonti.


Abbiamo letto con attenzione la lettera del sindaco e su alcuni concetti vogliamo dire la nostra.


Noi non abbiamo nulla contro Carpenedolo, contro la famiglia Ghirardi, ne tantomeno ci interessano come vadano le loro imprese: a noi interessava sapere come andava il Parma Calcio prima, ora quali e di chi sono le responsabilità di questo disastro e che paghi chi ha sbagliato. Il sindaco (giustamente) si preoccupa dei propri cittadini dipendenti delle “attività aziendali carpenedolesi della famiglia Ghirardi” e delle possibili conseguenze dovute alla “sovraesposizione” mediatica e all’”eco delle parole e delle opinioni”: di queste cose però dovrà darne una spiegazione e assumersi delle responsabilità Tommaso Ghirardi, non certo chi ne parla e chi lo contesta.


Vogliamo ricordare al dott. Tramonti che anche il Parma Calcio ha dei dipendenti (non parliamo dei calciatori) e fornitori, e anche loro avrebbero dovuto essere tutelati, anche se non residenti a Carpenedolo. “Umanità e sensibilità” forse doveva dimostrarli chi ha rovinato una squadra di calcio con cento anni di storia simbolo di una città, preso per i fondelli migliaia di tifosi e messo in difficoltà economica decine di famiglie.


Per il resto, considerando tutto questo, crediamo che la città e la tifoseria di Parma abbiano reagito e continueranno a comportarsi come sempre in maniera unica, lo dimostra la giornata passata tutti insieme, ultras, tifosi, famiglie e giocatori domenica scorsa a Collecchio.


E concludiamo informando il dott. Tramonti che il maiale dalle nostre parti è quasi venerato, nessuno dovrebbe sentirsi offeso. Se non il maiale.