Lettera ai Boys PDF Stampa E-mail
Lunedì 25 Ottobre 2010 15:59

I complimenti, gli attestati di stima, il confronto e le critiche costruttive fanno sempre piacere, ti danno un po' più di forza per andare avanti. Così abbiam deciso di pubblicare la lettera di Pier Giorgio, arrivata a Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , non per auto-elogiarsi, ma perché non possiamo che ritrovarci nella sua lucida analisi. Consigliamo a tutti una letta e una riflessione.   

 

Sono passati quasi due anni dall'ultima volta che ho messo piede in Curva Nord, ed oggi, ho sentito il bisogno di scrivere queste righe. A causa dalle mie temporanea distanza dall'Italia e dalla Nord, qualche anno fa ho avuto modo di riflettere in maniera più distaccata riguardo a cosa significasse per me vivere lo stadio… E non parlo della semplice partita, ma bensì di svegliarsi la domenica mattina e combattere i postumi del sabato sera per essere di buon ora nei pressi dello stadio, parlo di valori comuni, di amicizie, mentalità e trasferte… Insomma quell'insieme di ideali che condividi con il tuo compagno di posto sul pullman per andare ad Ancona, Treviso, Carrara, Roma, o dove si voglia, per portare e rappresentare i colori della proprio Città e il simbolo del proprio Gruppo. Ideali nettamente contrapposti a quelli che vorrebbero imporre giornalisti, politici, moralisti, sociologi e televisioni. Con l' ascesa sempre più ingombrante del calcio moderno, fatto di posticipi, anticipi, caro prezzi, e la diffusione sempre più massiccia della repressione, utile ad ogni costo, anche qualora violi diritti fondamentali dell'uomo come la libertà, ho deciso di gettare la spugna e arrendermi, voltando le spalle a quello che per anni è stato il mio unico credo, convinto che quel sistema calcio che cercano di imporci con ogni mezzo e con il quale purtroppo, seppur lottando devi convivere, non facesse più per me, scontrandosi con il mio personale concetto di morale, impedendomi di sentirmi una persona libera all'interno dello stadio.

Personalmente ho smesso di seguire il calcio; Il calcio in tv mi rattrista. Cercano a tutti i costi di imporci uno "spettacolo" che non ha alcun fine se non quello di tenerci imbavagliati sul divano ipnotizzati dallo schermo della tv, tanto meglio se intanto sorseggiamo uno dei tanti alcolici che la pubblicità ci propone.

Queste righe vogliono essere un elogio a quei ragazzi del Gruppo che ancora oggi combattono, oggi che la vita dell'Ultras e del Tifoso è diventata ancora più difficile rispetto agli anni passati. Già  perché oggi viviamo nell'era della Tessera del Tifoso, puro strumento di controllo sociale e repressivo, che ci viene addirittura presentato come un'occasione per il tifoso, una forma di fidelizzazione, questo è il termine che usano.

Viviamo in una società in cui ogni scusa viene presa come buona per controllarci, filmarci, schedarci e classificarci.

Pochi mesi fa parlavo con una ragazzo inglese, che incuriosito dalle informazioni che giungevano dall'Italia mi chiedeva cosa fosse realmente la Tessera del Tifoso. Giunto al termine della mia spiegazione il mio interlocutore non riusciva a credere alle mie parole. Oltre alle evidenti restrizioni alla libertà personale dell'individuo che la Tessera impone, non riusciva a capacitarsi di come uno stupratore, un pedofilo, o un assassino possa avere diritto alla Tessera, mentre una persona che ha acceso un fumogeno per portare un pò di colore allo stadio, ed abbia anche scontato una pena per questo, non soddisfi i requisiti che permettono di sottoscrivere la Tessera del Tifoso. Gli ho spiegato che l' Italia non è altro che il paese in cui regna il cattivo gusto, in cui si preferisce parlare e scrivere del presunto proprietario di una casa a Montecarlo, e di quanto il nostro premier spenda per scoparsi una puttana piuttosto che palesare i reali limiti e problemi dello stato in cui viviamo. E all'interno di questo sistema pseudo-dittatoriale gli Ultras sembrano essere il capro espiatorio da demonizzare. Tutto ciò avviene perchè oggi, 2010 d.C, gli Ultras rappresentano l'unica forma di aggregazione sociale presente sul territorio. I partiti politici (che non sono altro che delle lobby intente a spartirsi poteri economici e sociali) da molti anni non riescono più a far breccia nelle menti dei giovani, impoveriti di idee e di ideali, forme varie di aggregazione sociale latitano, e gli Ultras rappresentano l'unica realtà in grado di scontrarsi con il sistema. L'Ultras esprime in maniera viscerale il proprio credo, il proprio disprezzo verso chi cerca di ostacolarlo con ogni mezzo, e questo fa paura ai potenti perchè l'ultras non è disposto a scendere a compromessi.

Malgrado io abbia abbandonato lo stadio, continua a seguire a distanza la vostra battaglia, il vostro imperterrito tentativo di spiegare ai Tifosi che anche loro, e non solo gli Ultras, sono vittime della Tessera del Tifoso, e che la Tessera può essere il presupposto per imporci ulteriori restrizioni in futuro, magari proprio al di fuori dello stadio. So quanto questo, a maggior ragione, possa essere difficile in una città fredda, snob e borghese com'è Parma, diventata nel corso degli anni il territorio ideale in cui possono affondare i loro artigli benpensanti, costruttori e speculatori vari.
Onore a voi Boys, che malgrado Tessere del Tifoso, leggi speciali, proibizioni per gli striscioni, limiti alle trasferte, diffide e arresti in flagranza differita, continuate a portare avanti la vostra battaglia a testa alta, fieri del vostro credo. A fronte di tutto questo posso dire che è stato un onore avervi conosciuto ed avere da voi imparato valori quali mentalità coerenza e lealtà, che ancora oggi nel mio piccolo difendo e porto con fierezza.

Un saluto in particolare va al Bagna, che di sicuro da lassù vi segue, scende con voi fino a Catania e rimane fuori dal settore ospiti, fiero del proprio credo Ultras. Il Bagna è orgoglioso di voi, per quello che state facendo, perchè anche lui non avrebbe mai mollato.

Rispetto per i *BOYS*.

Ciao Boys, ciao Bagna.


Pier Giorgio