Cosa c'era dentro (dietro) il panino PDF Stampa E-mail
Lunedì 25 Ottobre 2010 14:09

Considerando anche la partita non certo esaltante, Parma-Roma passerà alla storia come la “domenica del panino”, o con uno dei tanti slogan usciti sui giornali. Il nostro era: “Meglio un panino che il vostro calcio spezzatino!”.   

  

 

 

 

 

Panino CrociatoMa come si è arrivati a parlare di panini in una partita di calcio, per di più contro la Roma, una partita spesso carica di tensione? Troppo riduttivo parlare di orario, facciamo un passo indietro per spiegare dove è nata la cosa, e per analizzarla col senno di poi.

Ovviamente (ma c’è chi non ci arriva mai) la “protesta del panino” era solo una faccia della protesta, anzi, quella meno importante. Anche li, onde evitare brutte figure, se la gente aspettasse a dare i giudizi…

Arrivavamo dall’ennesima fatica in trasferta per trovare i biglietti, in vista dell’ennesima sofferta prevendita casalinga, e il bruciore e l’incazzatura crescevano dentro di noi, in più c’era la nostra prima partita alle 12:30 ed era un assist da non perdere. Infatti subito abbiam discusso molto se rimanere proprio fuori o dentro in silenzio, ognuna delle scelte con i suoi pro e i suoi contro. Alla fine abbiam deciso di seguire quello che si era deciso quando abbiam fatto la scelta di non tesserarci, cioè di entrare quando ce ne sarebbe stata data la possibilità, consapevoli di dover faticare a trovare i biglietti e a volte obbligati a pagare molto di più. Una scelta che continueremo a seguire, almeno fino a quando l’art.9, che è così dal 2005 (5 anni fa), non sarà applicato anche sui biglietti (fin’ora sembra di no, nonostante comunicati “ad hoc”), allora più che riflettere (cosa che facciamo dal 2005, non da ieri) bisognerà decidere.

Sbloccata (si spera definitivamente) la questione “prelazione”, decidiamo così di rimanere in silenzio un tempo, anche per non danneggiare troppo la nostra squadra in difficoltà. Decidiamo di far rientrare tutti i disagi che subiscono i tifosi nella protesta, tenendo però come filo del discorso la novità delle 12:30. Ed è li che, mentre si discuteva se entrare o andare a pranzo, qualcuno proponeva scherzando di mangiare dentro, poi diventato “facciam portare qualche panino simbolico”.

Buttiam giù tre righe che ci scappa da ridere solo a rileggerle, piantiamo una bandierina del Parma su un panino dall’aspetto neanche troppo invitante, e pubblichiamo l’invito di portarsi un panino sul nostro sito. Ovviamente, appena uscita, molti tifosi e Ultras, su siti e forum, vedendo la cosa fine a se stessa (non avevamo ovviamente pubblicizzato il resto) hanno reagito in maniera diversa: c’è chi ha sorriso, chi si è chiesto se eravamo impazziti, chi ci ha criticato e chi, ma non è una novità, non aspetta altro che una notizia su di noi per sputtanarci sul sito della Gazzetta. Meno male che non si vive solo su internet, almeno…

 Ci aspettavamo la solita diffusione a livello locale, la cosa era singolare, vero, ma non credevamo che facesse così notizia! Così nel giro di qualche ora la notizia corre sul web, c’è chi parla di 20.000 panini (!?!), il giorno dopo viene ripresa dalla carta stampata, con un trafiletto anche sulla “rosea” e sul televideo, dopo la partita il tutto dato come notizia dall’Ansa. Cristiano Militello per Striscia la Notizia (quello di “Striscia lo striscione” che si è schierato più volte dalla parte del tifo) domenica era a Parma: scelta casuale?

Quella che doveva essere una cosa simbolica, a contorno di una protesta più ampia, è stata quella che ha fatto più scalpore. 

Col senno di poi, ci vien da pensare: meglio così!

E’ vero, anche se un briciolo di goliardia nelle curve c’è sempre stata e a nostro giudizio non guasta, più che i panini sono più consoni a noi cori e striscioni, manifesti e volantini, tifo o sciopero, presenza o assenza ecc ecc. Tutte proteste che, come quella che abbiam fatto, alla fine non portano a nulla (purtroppo) in concreto. Una protesta si può dire riuscita se fa “rumore”, se fa parlare, se ha risalto. Se non ne parla nessuno (cioè se viene censurata), non lo sa nessuno, è come non averla fatta.

Stare fuori la protesta più giusta? Forse si, forse no. Ma chi avrebbe parlato (a livello nazionale) di 150 – 200 Ultras del Parma fuori dal Tardini?

Invece così non si è letto solo dei panini. Si son letti in giro i testi dei nostri striscioni, un malumore sul calcio spezzatino: i messaggi che volevamo mandare!Non si canta a bocca piena!

Per ultime, ma non meno importanti (anzi) le altre cose fatte domenica. Quando le squadre sono entrate in campo abbiamo srotolato 5 striscioni (non autorizzati) con su scritto il menù del giorno: “Menù del giorno: Tessera del Tifoso, calcio spezzatino, biglietti cari e introvabili, repressione e disinformazione, divieti e restrizioni, tornelli e telecamere… Ore 12:30: il conto lo pagano sempre i tifosi? “, sostituiti dopo, mentre la gente mangiava (grazie a tutti gli affamati!), con un “Non si canta a bocca piena”. Siamo rimasti in silenzio tutto il primo tempo, concludendo all’intervallo la protesta esponendo “Tv: di questi orari non ne possiamo più”, uno striscione che ormai ha degli anni, ma purtroppo è sempre più attuale.

7 striscioni, migliaia di volantini, 45 minuti di silenzio, pane e salame. Forse non sarà stata la “protesta perfetta” ma se la gente, invece di criticare e basta, facesse qualcosa (di concreto) per non farsi mettere i piedi in testa continuamente, forse qualcosa si smuoverebbe.

 

Dalla parte del tifo e dei tifosi tutti,

 

BOYS PARMA 1977