L’addio degli Ultras Albenga a Marco Zerlotin: “Sappiamo che farai il tifo anche da lassù” PDF Stampa E-mail
Giovedì 30 Gennaio 2014 19:36

Marco Zerlotin era un ultras ingauno “doc”. I colleghi di trasferte se lo ricordano quando, nel 1991, entrò nel gruppo di tifosi albenganesi. Lui, giovanissimo ma non per questo spaesato, con gli anni era diventato un punto di riferimento per tutti: con il suo entusiasmo, la sua disponibilità e le sue idee aveva dato un grosso contributo allo sviluppo delle attività degli ultras nostrani che, oggi, lo ricordano a modo loro.

 

 

“Un grande amico, un compagno ultras, un bravo ragazzo sempre pronto ad aiutare gli amici – scrive Claudio a nome di tutti gli “stratifosi” della squadra della città delle torri – Entrato nel nostro gruppo nel 1991 si era da subito prodigato per esso, imparando velocemente cosa voleva dire essere ultras. Nel 1994, poi, fu tra i fondatori del gruppo Mad Boys che ci affiancò fino al 2001 per poi sciogliersi. Ricordiamo le trasferte, le partite in casa, i derby con l’Imperia, il gemellaggio con i sanremesi”.

“Solo l’altro giorno abbiamo comunicato via Facebook e ci aveva assicurato la sua presenza alla festa dei 30 anni degli Ultras Albenga che faremo a settembre, ma purtroppo il destino non ha voluto tutto questo – scrive ancora Claudio – Di lui ci rimane il suo sorriso e la sua grande voglia di scherzare. Quello che gli possiamo dire ora è di salutarci gli altri nostri ragazzi ultras scomparsi in questi anni, Mirko, Andrea e Franco, che sicuramente lo staranno aspettando con la sciarpetta dell’Albenga al collo per tifare anche da lassù. Addio fratello ultras”.

Parole seguite da tanti altri ricordi e da addii commossi: “I guerrieri – scrive un amico – non muoiono mai”.

Marco Zerlotin, 38 anni, è morto a Fortaleza, in Brasile, dove si era trasferito anni fa. Fonti della diplomazia italiana in Brasile parlerebbero di suicidio. Una versione che lascia increduli molti amici cui Marco aveva confidato di voler tornare presto ad Albenga e di avere progetti per il futuro.

Il 38enne era figlio di Beppe Zerlotin, molto noto in città in quanto titolare del chiosco in Piazza Petrarca, nei pressi del parcheggio della Croce Bianca. Il chiosco fu bersaglio il 2 marzo 2011 di un attentato incendiario: all’epoca Beppe, oggi 71enne, riaprì il locale grazie una sottoscrizione pubblica nata dall’appello di Antonio Ricci.

E’ il secondo lutto in famiglia, dopo quello del 2005 quando il figlio Emiliano, carabiniere che prestava servizio al reparto radiomobile di Alassio, rimase vittima di un incidente stradale con la moto a Lusignano.

[FonteIVG.it]