«Quel poliziotto dichiarò il falso» PDF Stampa E-mail
Lunedì 20 Gennaio 2014 19:20

Acireale: la Procura generale avoca le indagini e segnala al Csm il pm che voleva archiviare il caso

 

 

La Procura generale della Repubblica di Catania ha avocato l'indagine relativa ad una gravissima vicenda avvenuta il 18 febbraio 2012 in un bar del corso Italia di Acireale. Ciò in seguito ad un esposto inviato dal signor Paolo Torre, titolare dell'esercizio commerciale, al capo della polizia Alessandro Pansa, al questore Salvatore Longo, al prefetto Maria Guia Federico, al procuratore generale Giovanni Tinebra, nonché, per conoscenza, al ministero dell'Interno.
Si tratta di fatti avvenuti durante il «più bel carnevale di Sicilia» e che avrebbero portato il Torre ad essere addirittura percosso negli uffici del commissariato di Acireale in seguito ad un diverbio con un poliziotto acese in forza alla sottosezione della Polstrada di Courmayeur.

Quest'ultimo, stando a quanto riferito dal firmatario dell'esposto (assistito dagli avvocatiGiuseppe Lipera e Rosario Cavallaro), in compagnia di altre persone aveva preso alcune consumazioni nel bar del Torre e, al momento di pagare, aveva riscontrato un errore di 20 centesimi nello scontrino.

Raggiunta la cassa, dove si trovava la moglie dell'esponente (che aveva subito provveduto a battere un secondo scontrino e restituito la cifra in eccesso), l'agente avrebbe inveito contro la donna, promettendole ad alta voce «che avrebbe mandato la finanza». Discorso chiuso? Neanche per idea. Il poliziotto usciva dal locale, telefonava e rientrava. Quindi si introduceva nell'area riservata al personale di cassa, chiedendo alla donna di esibire i documenti. E' a quel punto che sarebbe intervenuto il Torre, il quale assicura di non avere compreso di essere davanti ad un tutore della legge che e perciò ha accompagnato con fermezza l'interlocutore - che chiedeva anche a lui di esibire i documenti - nella zona aperta al pubblico.

E' stato dopo breve che nel locale sono arrivati due poliziotti in divisa, i quali hanno portato il Torre in commissariato, dove lo avrebbero dapprima fotosegnalato e poi picchiato. Soltanto quando l'esercente ha riferito che quanto successo era stato registrato dalle telecamere a circuito chiuso installate nel locale l'atteggiamento di questi poliziotti, che hanno visto i filmati, è cambiato, e il Torre, che si è poi fatto refertare (lo stesso ha fatto anche l'agente, salvo poi riferire in sede di interrogatorio che il graffio al collo aveva altra origine), è stato rilasciato.

Inevitabile, perciò, la querela nei confronti del poliziotto della stradale di Courmayer per calunnia e dei due agenti di Acireale per lesioni, mentre il Torre è stato a sua volta denunciato per resistenza a pubblico ufficiale.
Nonostante ciò, il pm presso il Tribunale penale di Catania formulava al Gip, in giugno,richiesta di archiviazione per calunnia aggravata, mentre le altre due posizioni venivano stralciate. Inconcepibile per Torre e Lipera, che presentavano l'esposto che ha trovato riscontro alla Procura generale (nella persona del dottor Salvatore Scalia), con avocazione dell'indagine, trasmissione del decreto al procuratore distrettuale di Catania e al Csm e, il mese scorso, avviso di conclusione delle indagini nei confronti dell'agente per i reati di calunnia continuata e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.

[FONTE: La Sicilia]