Il Comunicato, in versione integrale, della Curva Nord "Maurizio Alberti" PDF Stampa E-mail
Mercoledì 20 Novembre 2013 11:14

Sul polverone nato attorno alla farsa di Salernitana-Nocerina, così come sui diversi accadimenti di cronaca giudiziaria, si possono avere le opinioni più varie.

 

 

O meglio, si potrebbero avere le opinioni più varie se fosse lecito averne al di là del “pensiero unico” di totale e unanime e indiscriminata condanna che ha fatto finire i cento tifosi nocerini protagonisti dei Tg nazionali a discapito spesso di eventi di sicuro minore interesse quali la tragedia epocale nelle Filippine, omicidi/femminicidi vari, e le solite ruberie di politici arrestati tra ostriche e champagne. Sicuramente non può avere una opinione varia il mondo del calcio e tutta la stampa sportiva che su quello “magna” e il cui unico interesse alla fine è conservare uno status dove girino i soldi e le partite vengano disputate regolarmente senza danno alcuno per l’immagine del calcio come sport e spettacolo per grandi e piccini, televisioni e sponsor. Il Sindaco di Nocera ha liquidato le dichiarazioni del Ct Prandelli come “di poco valore, perché chi vive e proviene dal sistema calcio non può che commentare certe notizie rifugiandosi nelle banalità e nei luoghi comuni”. Secondo noi non la può avere, una opinione varia, neppure la stampa “normale”, che sull’argomento ultras/tifo vegeta nella consueta ignoranza scandalizzandosi per un nonnulla chiedendo pene esemplari e arresti immediati, liquidando come stupidaggine qualsiasi istanza provenga dai tifosi, nel caso che questi per un momento si allontanino dal ruolo cucito per loro, cioè spettatori paganti e fine. L’opinione pubblica, da ultimo, non è in grado di farsi una idea autonoma nemmeno ascoltando un Questore affermare che “i delinquenti hanno ADDIRITTURA battuto le mani sulla fiancata del pullman” o che “sono in corso accurate indagini per identificare chi ha noleggiato l’aereo che ha sorvolato lo stadio”, aereo che trascinava uno striscione con una scritta assolutamente innocua e condivisibile, solito aereo che è stato visto come fenomeno di costume e non atto di terrorismo quando romanisti e laziali lo hanno utilizzato per prendersi in giro soltanto un paio di mesi fa. Ma l’Italia è il paese dell’isteria, dei provvedimenti “emotivi”, dei grandi dibattiti e processi mediatici, e delle questioni sul nulla. Di questo “danno” irreparabile all’immagine della Lega Pro (brillante di luce propria, nei giorni “normali”, per continui fallimenti, penalizzazioni, e partite vendute) resta un fatto grave su cui ovviamente non è intervenuto nessuno se non di parte. Il fatto è l’oggetto originario del contendere: la trasferta è stata vietata anche ai possessori della Tessera del Tifoso. E’ su questo che si dovrebbe ragionare. La Tessera non è piovuta in una situazione primitiva e incontrollabile per mettere a regime il caos primordiale di morti e feriti. Al momento della sua introduzione c’erano già i tornelli e i biglietti nominali, c’era il presentarsi alle porte dello stadio togliendosi berretto e occhiali per farsi riprendere, c’erano i divieti per tamburi, striscioni di gruppi e annessi e connessi, c'era già l'Osservatorio che il giovedi si riuniva e decideva chi poteva andare in trasfera. La Tessera è stata introdotta come mossa ultima e definitiva. Lasciamo stare il fatto che sia nata come sistema di schedatura “civile” e come lista dati, lasciamo stare che sia stata collegata alle banche, e che abbia inizialmente creato un discrimine tra buoni e cattivi, dove il cattivo magari è un “daspato” di cinque anni prima per introduzione di carta igienica. Doveva servire come estremo lasciapassare per seguire la propria squadra ovunque da fidelizzato e così NON E’: Livorno-Pisa, Fiorentina-Pisa, Verona-Pisa, se lo Stato decide “trasferta vietata”, si rimane a casa. Zitti e mosca. Questo, oltre a smascherare bene il totale (e incostituzionale) controllo statale sugli spostamenti e le mosse di un singolo cittadino, rende un po’ meno difendibile chi la Tessera l’ha a sua volta difesa e le tifoserie, o i singoli gruppi, che hanno accettato supinamente di sottoscriverla. Perché l’argomento “per stare comunque vicino alla squadra” cade immediatamente proprio su questo aspetto: Tessera o non Tessera, stai vicino alla squadra se allo Stato gli va bene, al di là dei tuoi meriti o demeriti e dei comportamenti. Il Pisa sarà seguito in un eventuale e auspicabile spareggio per l’Europa in casa della Fiorentina (…) se andrà bene al Questore di turno. Altrimenti..seggiolini vuoti e tanto tifo alla Tv. Era forse meglio che tutti i tifosi abbracciassero in partenza la protesta contro questo andazzo, e non la liquidassero solo come la solita “menata” degli ultras che “vogliono sempre fare come gli pare e pensano più ai gruppi che alla squadra”, precipitandosi a iscriversi alle liste dei “buoni” senza se e senza ma. Salvo poi applaudire a scena aperta la coreografia play-off dei “ghettizzati” o invocarne il tifo, che altrimenti non canta nessuno. Cedere un diritto è sempre sbagliato, perlomeno cedere senza combattere perchè fiduciosi nella “contropartita”: ma la contropartita offerta da chi ha saldamente in mano il gioco, può rivelarsi una scatola vuota. L’asse Stato-Sistema Calcio ha iniziato da anni una lotta contro il calcio popolare, pregi e difetti, e a favore di una scrematura progressiva del pubblico, per portare al seguito nuovi tifosi, più controllabili, plasmabili e soprattutto commercializzabili. Spiace constatare che tanti tifosi, pur in buona fede e credendo magari di fare altro, stanno dando una grossa mano, riducendo chi rivendica con forza la propria identità ad un ruolo di estrema e un po’ nostalgica testimonianza più che di protesta vera e propria. –

[FONTE: Tutto Pisa]