FOCUS: 2013, ultras oltre la tessera del tifoso PDF Stampa E-mail
Mercoledì 26 Giugno 2013 14:47

Ci segnalano, e conseguentemente pubblichiamo, questa interessantissima analisi apparsa su un nuovo blog riguardante il mondo Ultras.

 

 

 


Prevedo che la stagione 2013/14 rappresenterà una sorta di “anno zero” per le curve italiane. La prima stagione degli ultras post-tessera del tifoso. Il rognosissimo pezzetto di plastica inventato ormai tre anni or sono dall’allora ministro Maroni è ancora in vita, ma ormai può dirsi superato, ed in parte snaturato da quelle che erano le sue caratteristiche iniziali. Breve riassunto: nell’estate 2009 viene ufficialmente presentata la tessera del tifoso, che nei progetti iniziali del governo dovrebbe sostituire pian piano il biglietto d’ingresso allo stadio, contenendo una sorta di “database” del possessore ed un microchip per l’identificazione. Subito si parla di schedatura, nascono polemiche da più parti ed il progetto viene inizialmente rinviato di un anno. Nel frattempo il mondo ultras si organizza, il tam tam delle curve fa il suo dovere, e viene presa quasi ovunque la decisione di boicottare l’iniziativa. Una decisione “quasi” unanime, come vedremo… Nell’estate 2010 i tempi sono maturi per il “grande lancio” da parte del governo, con una sorpresa rispetto a quanto preventivato: la sottoscrizione della tessera del tifoso sarà obbligatoria per sottoscrivere l’abbonamento e per acquistare il biglietto per il settore ospiti in trasferta. Maroni stabilisce che non possono averla coloro che hanno un daspo in corso o che hanno riportato condanne penali per reati da stadio negli ultimi cinque anni. Il “no” del mondo ultras è quasi totale, come vedremo: tifoserie come Milan, Inter o Juve (tifoserie discusse finchè si vuole, ma numericamente importanti e questo va detto) si tesserano, idem fanno i veronesi fedeli al proprio spirito controcorrente ed altre tifoserie più “piccole” (parte dei bresciani, nocerini, spezzini…). Fin da subito viene fuori l’ipocrisia tipicamente italiana di molte curve che si tesserano senza dir niente a nessuno, continuano ad andare in trasferta negando la cosa e si presentano senza striscioni per far credere che gli ultras “ufficialmente” non siano tesserati. Vabbè… La stagione 2010/11 vede il crearsi di situazioni paradossali: centinaia di ultras in trasferta cominciano a prendere posto spesso di fianco agli ultras di casa (con conseguenze spesso immaginabili) mentre poche unità di tesserati si accomodano nel settore ospiti. Alcune tifoserie (poche per la verità) cominciano a sfidare i divieti e si presentano ugualmente in trasferta rimanendo fuori dello stadio o acquistando i biglietti ai botteghini. Altri finiscono col cessare o quasi l’attività. Nel complesso, gli stadi si svuotano sempre di più e sono molte le voci critiche che si levano nei confronti di questa novità. Maroni tuttavia è testardo e va avanti con il suo progetto anche nella stagione 2011/12. Con una novità: se fino all’anno prima era l’Osservatorio a decidere di volta in volta quali trasferte erano “libere” (cioè aperte anche ai non possessori di tessera del tifoso) e quali no, con la nuova stagione le trasferte vengono tutte vietate di default, e per parteciparvi è obbligatorio il possesso della tessera del tifoso. Qualche curva comincia a cedere, alcuni gruppi si sciolgono, altri si uniscono al clan di coloro che in trasferta vanno anche a costo di rimanere fuori dallo stadio ma le pressioni verso le tifoserie “ribelli” si fanno sempre più forti. Con la nuova stagione, un’altra piacevole novità: l’entrata a regime di “Questura on line”, ovvero un sistema collegato direttamente alla questura che al momento dell’emissione del biglietto controlla in tempo reale che non vi siano motivi ostativi. In pratica il temuto articolo 9 viene esteso anche ai biglietti singoli. Come Dio vuole, iniziano a muoversi anche le società, preoccupate per gli stadi sempre più vuoti e per le defezioni dei propri tifosi più fedeli: la Roma lancia il “carnet” di biglietti, ovvero una sorta di “miniabbonamento” senza tessera del tifoso, ma soggetto all’articolo 9. E’ un primo passo, se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno. Stagione 2012/13, il sistema “tessera del tifoso” è ormai a pieno regime. Il mondo ultras comincia a mostrarne i segni, e molte, troppe curve stanno soffrendo la situazione. Cominciano ad essere abbastanza anche coloro che cedono e si tesserano. Sempre più società addottano il sistema del “carnet” di biglietti, detto anche “voucher”. E sempre da Roma arriva anche la novità della “Away card”, ovvero una carta che consente ai possessori di poter acquistare i biglietti per le trasferte anche se non in possesso della tessera del tifoso. Interessante sottolineare come voucher ed away card vengano presentati come dei successi dal mondo ultras non tesserato, nonostante anch’esse come la tessera del tifoso, contengano il famigerato articolo 9… La sensazione è che sia il governo che il mondo ultras stiano cercando una soluzione che consenta ad entrambi di “uscire” dalla tessera del tifoso senza troppi danni di immagine. Per capire meglio la differenza fra le tre “tessere” è utile questo schema, creato per i tifosi dell’A.S.Roma, ma che è utile per tutte le tifoserie d’Italia (basta sostituire AS Roma con il nome della propria squadra ed il nome delle varie tessere con quelle della propria squadra…):



Non mi soffermerò a spiegare questo schema, credo che tutti siate già abbondantemente informati….

E siamo all’estate del 2013. Estate che, credo, per molte tifoserie rappresenti un bivio. Tesserarsi o continuare la lotta al sistema? Magari usufruendo delle varie tessere “voucher” “home” o “away” che altro non rappresentano che nuove forme di tessera del tifoso? Personalmente non voglio giudicare le scelte di nessuno, mi permetto solo un paio di riflessioni:

-E’ chiaro che la battaglia alla tessera del tifoso, così come era inizialmente concepita, oggi non ha più motivo di esistere. Andrebbe quanto meno rivista. Ed è chiaro che molte tifoserie, a causa di questa battaglia, stanno morendo. Per carità, la coerenza a prezzo della stessa vita è un valore apprezzabile. Un pò meno il fatto che, in questo modo, ce l’abbiano vinta i signori dello Stato, ma pazienza…

-Credo che questo processo abbia accelerato i tempi di un nuovo ricambio generazionale: molti “vecchi” delle curve hanno abbandonato definitivamente il campo, sono rimasti i giovani, i ventenni di oggi che spesso vengono accusati di “mancanza di ideali e valori” ma che di fatto sono gli unici che possono dare un futuro al movimento ultras. Quanto roseo sarà solo il tempo a dircelo.

Mi permetto di aggiungere che, se gli ultras sono morti, non è certo “grazie” alla tessera del tifoso: prima della sua invenzione infatti c’erano anni di divisioni e contrasti interni alle stesse curve, di tifoserie trasformate in negozi di abbigliamento, di capi ultras un pò troppo a braccetto con la questura e la società, di politicizzazione forzosa ed abbastanza triste e modaiola. La repressione seguita alla morte di Raciti nel 2007, che ha avuto il suo culmine con la tessera del tifoso, è stata sicuramente il colpo di grazia ad un movimento già gravemente malato, ma non certamente l’unica causa della morte… Di fatto oggi, la scelta è fra il continuare ad andare allo stadio, ed il non andarci più. Non sarò io a dire cosa è giusto e cosa sbagliato, anche perchè non esiste una scelta giusta ed una sbagliata: quando ho cominciato ad allontanarmi dal mondo ultras, ho fatto le mie valutazioni su ciò che per me era giusto o sbagliato, senza per questo pretendere nè di imporle ad altri nè che altri condividessero. Allo stesso modo però mi rendo conto che oggi un ragazzo di diciotto-vent’anni non ha ancora visto nulla di stadio, e che per lui sarebbe utile farsi la tessera del tifoso e riprendere a girare l’Italia come facevano altri prima di lui… Ecco, se oggi avessi vent’anni mi farei la tessera: capisco perfettamente la voglia di esserci e di essere protagonisti che è tipica di quell’età. Ma comincerei anche a fare tesoro degli errori commessi, cercando di superare divisioni, business e politica. Soprattutto, comincerei a muovermi ed agire in altra maniera: far casini dentro lo stadio, oggi, è quanto meno anacronistico. La rabbia dei leccesi dopo la partita col Carpi, per fare un esempio recente, è pienamente comprensibile ma quanto mai deleteria e da evitare. E’ molto meglio ragionarci sopra, ed agire diversamente, senza troppi occhi puntati addosso. Vale per qualsiasi situazione… Ora rimango alla finestra ad aspettare. Credo che saranno in molti coloro che quest’anno torneranno ad andare in trasferta, fra Away card ed affini. Ma non raccontiamoci per piacere che non siamo tesserati…

[FONTE: Ultras on Tour]