Dalla fanzine di Parma-Bologna (Boys) PDF Stampa E-mail
Mercoledì 15 Maggio 2013 17:31

12 maggio 1993, il Parma sul tetto d’Europa. Questa data segna un passaggio storico nella centennale storia della società, un ricordo indelebile nelle memorie di chi c’era e in tutti quelli che hanno potuto vivere quella fantastica cavalcata, culminata con il trionfo nella notte di Wembley.

 

Eh si, perché non capita spesso di giocarsi una finale, oltretutto nello stadio più “mitico” d’Europa, riuscendo in un impresa che fino a qualche anno prima sembrava utopia pura, ma che poi risulterà essere il trampolino di lancio per una straordinaria sequenza di vittorie in Italia e in Europa. Spesso, chiudo gli occhi e mi tornano in mente quei ragazzi con la maglia gialloblù per lo più sconosciuti, ma con tanto entusiasmo, con una voglia di emergere più forte degli avversari, del suo blasone, che sono stati capaci di regalarci emozioni forti e vere. Un gioco semplice, ma bellissimo che ha regalato momenti di vera e propria follia al Tardini, con la gente che andava in visibilio, in uno stadio sempre stracolmo. Io personalmente, ho potuto godere di tutto questo e non so se sarò capace di trasmettere in queste righe quello che ho provato e vissuto, ma sono altrettanto onorato di provarci e cercare di farvi rivivere una notte che resterà nella nostra storia e di cui dovremo essere sempre fieri. Dopo l’amara e beffarda esperienza dell’anno precedente, in cui uscimmo immeritatamente contro il CSKA di Sofia, al primo turno ci toccò l’Ujpest, squadra ungherese. Vittoria al Tardini, con il gol di Asprilla e pareggio in Ungheria (rete di Grun), con un seguito di tifosi importante, fatto di colore e calore, e noi ci presentiamo con due pullman. Nel secondo turno becchiamo i portoghesi del Boavista, e al Tardini finisce a reti bianche, ma nel ritorno il Parma compie il miracolo e sul campo neutro di Torres Novas (quello ospite era squalificato) il Parma vince due a zero, con una strepitosa azione “Coast to Coast” di Di Chiara, e rete di Melli. Siamo presenti in un numero maggiore che a Budapest, colorando il settore con le bandierine bianche e facendo un tifo strepitoso. La carovana dei tifosi che stanno andando allo stadio, increduli di tanta partecipazione e la mitica canzone intonata sul pullman n 12 “...a Torres Novas Vincerò!”. Terzo turno, e l’avversario si chiama Sparta Praga. All’andata raggiungiamo la “città d’oro” in aereo, siamo in parecchie centinaia e mentre sul campo si consuma uno scialbo zero a zero, sugli spalti malgrado il freddo fa molto caldo e c’è il battesimo degli scontri in Europa. Si comincia con palle di neve e finisce a botte da orbi, finchè dal campo entrano in azione gli steward privati che riportano tutto alla normalità. Sapevamo essere Praga una città pericolosa e c’è stata la conferma che l’Est Europa poteva riservare emozioni vere, ogni qual volta di andava a giocare da quelle parti. Il ritorno, segna una delle giornate di tifo più belle mai vissute , con un tardini spoglio di colore per via di una protesta attuata dai Boys dopo le accuse e le polemiche sorte dopo la partita d’andata, ma ribollente di calore e con un tifo che si è sentito poche altre volte nella nostra curva. Vinciamo due a zero e voliamo in Spagna nella caliente atmosfera del “Vincente Calderon”, confinati in un angolo alto del secondo anello, e ci godiamo la sorprendente vittoria del nostro Parma tra cori e bandierine. Il ritorno a Parma ci vene fare una delle più belle coreografie mai presentate, in movimento con cambio di bandierine. I quattro settori gialloblu in cui dividiamo la curva ad ogni comando cambiano colori, dando vita ad un vero e proprio spettacolo cromatico che fa spelare le mani al pubblico del Tardini. Sul campo perdiamo uno a zero, ma con la prima ed unica sconfitta della stagione Europea, ma voliamo comunque in finale a...WEMBLEY! Cominciano settimane di grande fermento, dove la riunione nella sede Arci di fianco al Teatro 2 presenta il tutto esaurito e in cui si decide di portare a Londra una quantità industriale di palloncini gialloblu, perché per una vera e propria coreografia c’è poco tempo e troppa burocrazia. E’ un vero e proprio esodo, e noi ci organizziamo con voli charter per raggiungere un sogno che si chiama “finale a Wembley”. Quando ci presentiamo davanti allo stadio e vediamo le due torri, un brivido forte ci percorre la schiena, come quando vediamo all’interno più di dodicimila Parmigiani con i palloncini in mano. La partita è una vera e propria lezione di calcio, e finisce con un trionfo che ancor oggi mi fa tremare la penna, tra lacrime ed abbracci, quando capitan Minotti sale le scale della tribuna ed alza in cielo la Coppa delle Coppe. Una delle scene più belle è l’abbraccio tra i ragazzi del gruppo più anziani, che ricordano un passato non tanto lontano fatto di tanti campionati di serie C e B. Il sogno si è avverato e oggi a distanza di vent’anni lo ricordiamo con una spettacolare coreografia e con i protagonisti di questo autentico miracolo calcistico ,fieri di loro e della nostra storia, con la consapevolezza e la speranza che tutte le future generazioni siano orgogliose e ricordino sempre questo trionfo che ha fatto conoscere il Parma all’Europa! Orgogliosi di voi, grazie ragazzi!

Viva il Parma, Viva i Boys!

 

 

 


Sparta Praga-PARMA

PARMA-Anversa a Wembley