Come allontanare un bambino dal calcio.. PDF Stampa E-mail
Sabato 19 Gennaio 2013 17:55

Il racconto di un tifoso della Roma che porta il figlio a Trigoria a vedere la Primavera. I soliti racconti di una repressione che va avanti da troppo tempo…

 

E’ sabato pomeriggio e come spesso capita specialmente quando c’è un po’ di sole e non fa freddissimo porto mio figlio a vedere la AS ROMA Primavera. Ha quattro anni e mezzo, da sempre l’ho portato ad assaporare l’atmosfera, i seggiolini, il campo verde e 22 ragazzi che danno l’anima per mettersi in evidenza. Non nego che è anche un pretesto per vedere qualunque partita giocata con la maglia giallorossa, ma cercare di “educare” il bambino e trasmettergli questa passione, come fece mio padre è il sogno più grande.

Sabato scorso c’era Roma Napoli, arriviamo a al centro sportivo di Trigoria e troviamo subito qualcosa di diverso dal solito, all’ingresso un cordone di forze dell’ordine un filtraggio per il controllo dei tifosi.

Chiunque abbia frequentato quel campo sa che non c’è il bar e pertanto è bene portare una boccetta d’acqua e una merendina per il bambino, ma questa volta le restrizioni sono come allo stadio Olimpico. Il mio “grande errore” è stato quello di portare non una boccetta qualunque ma la sua boccetta preferita quella che non abbandona neanche la notte.

Dentro non può entrare… la macchina era lontana….

Spiego che è la sua preferita e non vorrei buttarla, ma le disposizioni sono rigide. Un bambino di 4 anni non può entrare sugli spalti per vedere la Primavera con un corpo contundente. La lascio sul muretto all’ingresso con la preghiera di ritrovarla all’uscita o in caso di necessità. Alla fine del primo tempo il bambino mi chiede: papà ho sete andiamo a riprenderci la “boccina”, arriviamo lì e non c’è più è stata cestinata. Chiedo spiegazioni ma nessuno sa nulla. Ovviamente scoppia in un pianto che ha fatto girare tutti, cerco di spiegargli che la ricomprerò ma lui è rimasto fermo lì ad aspettare una spiegazione. Tento di riportarlo verso gli spalti ma preso da una crisi di pianto è voluto andar via…

Alla fine l’ho recuperata, scavando nel secchio della spazzatura… ed è tornato il sorriso…

ma una cosa mi ha detto e mi ha gelato. Io non voglio più venire a vedere la partita. Non mi piace. la prossima volta vado al parco.

Bastava un minimo di elasticità, come quasi sempre succede nella vita, per interpretare una disposizione al meglio….

ma siamo in ItaGlia…

un tifoso

[FONTE: Liberi di tifare]