"Come nacque e prosperò in Parma il foot-ball". PDF Stampa E-mail
Giovedì 13 Dicembre 2012 10:07

Il duro e sassoso terreno di Piazza d'Armi, vide i primi cimenti della palla rotonda; una esigua schiera di giovanissimi studenti iniziarono ufficiosamente nel 1911 l'attività del bel gioco: un inizio: "boemiens" ove per decidere l'acquisto del nuovo pallone di gioco (e questo avveniva ad intervalli di parecchi mesi!) occorreva una adunanza generale dei soci. La vitalità e la attività di gioco dipendeva esclusivamente dalla possibilità di acquisto o meno di una palla; il problema economico era assorbito totalmente alla risoluzione di detto problema.

 

Il primo grande match dell'epoca fu disputato fra la Società "Pro Verdi" (così si chiamava la rappresentanza cittadina) e la Juventus di Salsomaggiore.

La cronaca di questa prima partita registrava una temperatura di oltre 34 gradi; un pallone ripetutamente afflosciato; molti ginocchi grattati dal ghiaietto dell'.... erboso e soffice terreno; una invasione del campo da parte dei 37 spettatori ed infine un goal a favore degli ospiti.

Mi piace ricordare la formazione della squadra cittadina alla quale risale il merito di aver prodotto il germe che negli anni successivi dovrà prendere enorme sviluppo e trascinare la cittadinanza tutta la passione del simpatico gioco; essa era così distribuita: Rossini I - Casalotti - Rossini II - Bosi - Furlotti - Ramacca - Ghini II - Lisoni - Fadiga - Rossini III - Ghini.

"L'età della pietra" del foot-ball cittadino si trascina con tenacia fino all'inizio del 1913; anno nel quale il Comitato dei festeggiamenti per la commemorazione del Centenario Verdiano organizza a Parma un torneo di foot-ball per la disputa della "Coppa Verdi". La Società Lento Club decide di parteciparvi e inquadra un undici racimolando i ragazzi di Piazza d'Armi.

Sei sono le squadre partecipanti al torneo e precisamente: U.S. Cremonese, Reggio F.B.C., Brescia F.B.C., Lento Club di Parma, Modena F.B.C., Bologna  F.B.C.. Come si vede non mancavano gli assi; infatti la finale trovò in gara il Modena contro il Bologna.

L'incontro, disputatissimo, si risolse alla fine dei 90 minuti con un tiro magistrale dell'inglese Robert, capitano e trainer del Modena.

Le giovani forze cittadine vennero piegate nella prima partita di eliminazione: l'amarezza della sconfitta rinsaldò però la volontà e servì a riunire i buoni elementi sparsi per la città: è alla fine del 1913 che in una adunanza tenuta in Via A. Saffi, presenti undici giovani sportmans, vennero gettate le basi dell'attuale Parma F.B.C.

Col sorgere del nuovo Club, che aveva ottenuto a tenue prezzo l'uso del terreno di proprietà Campanini a Barriera Vitt. Em.le, la Società "Pro Verdi" venne sciolta e gli elementi di squadra e numerosi soci appassionati passarono in massa al Parma.
Generosa fu la semina di ottimi concetti tecnici ed amministrativi; la passione rapidamente dilagava fra i diversi ceti di cittadini e consensi quotidiani venivano a spronare i pochi giovani che a si arduo compito si erano accinti; però un duro colpo doveva improvvisamente annullare una parte dei sacrifici fatti: la vendita del terreno per uso fabbricabile getto il Club in completa crisi: la Piazza d'Armi raccolse ancora una volta i giovani atleti; ma per breve tempo, chè la tenacia dei dirigenti superò in breve la situazione; il campo chiamato dei "tre pioppi" venne provvisoriamente ceduto agli atleti cittadini: è stato il primo terreno relativamente cintato.
Un inverno di preparazione, indi i primi passi sul concetto dei matchs a pagamento: primo il Reggio F.B.C. che soccombe per un goal; incasso lire 17,40; successo tecnico e disastro economico; ma tanta era la fede che spronava questi giovani che subito dopo si chiamarono le riserve del Cremona colla quale oltre al successo schiacciante di gioco si otteneva unariabilitazione economica: quasi cento lire di incasso! Erano le più grandi speranze che si realizzavano.
Oltre questi due matchs e oltre qualche altra partita con club cittadini di... secondo ordine (alla testa dei quali ricordo il Victoria F.B.C.) scesero a Parma la Juventus di Reggio e le riserve del Modena: clubs regolarmente battuti.
Ma il collaudo delle forze cittadine a coronamento di sacrifici e di ferree volontà, lo si ebbe col match contro l'A.C. Carpi allora di prima categoria: la domenica precedente alla partita di Parma questa squadra aveva battuto il Modena a Modena.
La partita a cui assisteva un foltissimo pubblico, ha definito i valori atletici dei componenti l'undici crociato; nomi che calcarono le pelouse dei maggiori campi Naz.li e che tennero ovunque alto il nome di Parma sportiva: Pellacini - Ramacca - Rossini - Betti - Ghini - Pasquali - Bulloni - Lumetti - Aiolfi - Rossini III - Balzaretti.
L'entrata dell'Italia nel conflitto Europeo ha sbandato le file crociate: nove giocatori di prima squadra partono per il fronte; largo contributo di eroismo e di sangue dà la Società cittadina alla causa della Libertà: e fra quelli che maggiormente contribuirono allo sviluppo del sodalizio sportivo ricordo, fra i Caduti il capitano Croce, il tenente Furlotti Amato e i sottotenenti Francesconi Ferruccio e Violi Erminio.
Nel non breve periodo del conflitto le attività calcistiche cittadine si ridussero alla organizzazione di incontri di secondo ordine senza alcun carattere continuativo. I contatti però fra l'ambiente sportivo parmense e i soldati al fronte furono ininterrotti, e propositi fieri tenevan viva la passione.
Le file crociate si riallacciarono nei primi mesi del 19. Gli atleti che tornarono trovarono una preparazione quasi perfetta: un campo cintato e una base amministrativa solidissima.
La cittadinanza seguiva con vivo interessamento la scala ascenzionale del Club cittadino.

Il "periodo d'oro".

S'inizia così il campionato di promozione: volontà e disciplina danno al Club la soddisfazione di classificarsi al secondo posto: il successo ottenuto, la propaganda fattiva dei dirigenti portarono in breve tempo il Club ad una altezza forse insperata: in quel periodo si creò a Parma la più grande "famiglia sportiva" che la città abbia avuto. Ed era certamente bello vedere come tutti si prodigassero a beneficiare il proprio Club con appoggi morali e materiali: comunione di intenti; volere di ognuno portare l'efficenza sociale a quel grado di potenzialità tecnica e amministrativa che appagasse ogni più ardita aspirazione: non vi fu in questo delusione. Il numero dei soci salì rapidamente a oltre milleduecento: il valore tecnico ebbe il collaudo col 4 a 1 inflitto al Modena F.B.C., la società calcistica più anziana dell'Emilia.
L'amore al Club, la cosciente disciplina spontaneamente impostasi dei giocatori e la cavalleria nel gioco, pur duro, valsero all'undici Crociato l'appellativo di "squadra dei gentiluomini". Ed è compiacimento intimo ancor oggi quando la memoria ci porta a quei tempi: lo squadrone che per lungo periodo di gioco non subì scosse e tenne fermo contro Clubs che rispondevano ai nomi di Berna F.B.C., Internazionale, Pro Vercelli, Florisdofer, non potrà essere facilmente dimenticato: inquadrato fin dalla prima partita di campionato non fu più mosso: ricordarlo oggi è riconoscimento doveroso che servirà di sprone alle giovani forze nascenti:
Pellacini - Giacosa - Rossini - Palmia - Ghini (cap.) - Pasquali - Rebecchi - Lumetti - Aiolfi - Rossini III - Calda.
Così nacque e prosperò il foot-ball a Parma.
V.R.



tratto da "L'ALMANACCO PARMENSE"

 [FONTE: Centenario Parma Calcio]