L'INTERVISTA: "Il tempo ha reso il gemellaggio più forte e solido" PDF Stampa E-mail
Martedì 11 Settembre 2012 16:37

Sampdorianews.net intervista i BOYS sull'attuale situazione del Gruppo e per scoprire meglio il gemellaggio tra Parma e Sampdoria che dura da oltre venti anni...

 

Cosa significa far parte dei Boys Parma? “Far parte dei Boys Parma oltre ad essere un onore vuol dire fare parte del movimento ultras che qui a Parma è nato il 3 agosto 1977 e nel quale si sono aggregate e conosciute centinaia di persone di varie età e sesso. Essere dei Boys Parma vuol dire crescere e vivere sette giorni su sette con valori ultras che vengono tramandati di generazione in generazione, vuole dire amare la propria città e la squadra che rappresenta. Significa fare parte della stessa famiglia, la famiglia con la quale condividi tutto: gioie e dolori, vittorie e sconfitte, giornate indimenticabili passate fianco a fianco ai tuoi fratelli di curva”.

A livello di ultras quali sono le novità  e le iniziative che avete preparato  per la nuova stagione? “Per la nuova stagione abbiamo deciso continuare il discorso che abbiamo intrapreso tre anni fa, ribadendo il nostro no alla tessera dell’ex ministro Maroni e quello contro l’articolo nove. Per le partite casalinghe abbiamo deciso di sottoscrivere il voucher che molte altre tifoserie hanno deciso di adottare. Si tratta dell’acquisto di nove partite casalinghe caricate su una card, una specie di abbonamento per il quale non è necessario essere in possesso della tessera del tifoso. Per le trasferte valuteremo partita dopo partita”.

Il tempo e il cambio generazionale non hanno intaccato la solidità  del gemellaggio con gli Ultras Tito Cucchiaroni. Al giorno d’oggi quanto è difficile mantenere in vita un gemellaggio? "Il tempo ha reso il gemellaggio più forte e solido. Il cambio generazionale ha permesso a molti ragazzi di Genova e Parma di conoscersi e di vivere un percorso di fratellanza che va avanti dal 1990. Al giorno d’oggi sono tante le occasioni che ogni anno si presentano per tenere vivo questo gemellaggio. Oltre alle due gare tra crociati e blucerchiati cerchiamo di sfruttare e anticipi e posticipi di una o dell’altra squadra, ma non mancano altre occasioni, come ad esempio le feste a fine campionato, per vederci e consolidare la nostra amicizia".

I vostri ricordi sulla nascita del gemellaggio.”Il gemellaggio che legava sia noi che voi ai ragazzi di Verona è stata fondamentale, così come il fatto che tra i tifosi di Genoa e Reggiana c'era un'amicizia ha influito diciamo incanalando il tutto verso la strada della simpatia reciproca, poi il nostro avvento nella massima serie ha dato via al gemellaggio vero e proprio, all'inizio limitato tra i direttivi dei due gruppi (UTC e Boys) poi pian piano si è aperto coinvolgendo un po’ tutta la Gradinata Sud. Ricordiamo con piacere che la nascita del gemellaggio ha coinciso con l'anno dello scudetto della Samp e la conquista dell'Europa da parte dei Crociati, l'anno successivo, la gara seguente alla nostra eliminazione dalla Coppa Uefa fu proprio contro di Voi e fu organizzata la festa di squalificazione, dove furono presenti molti ragazzi di Genova”.

In tutti questi anni di fratellanza quali sono gli episodi che con maggiore  piacere vi vengono in mente e vi fa piacere raccontarci? “L'essere stati presenti al fianco dei ragazzi di Genova sia nei momenti belli che in quelli brutti ha rafforzato il gemellaggio, non dimenticheremo mai la finale di Roma contro la Lazio con quel muro blucerchiato in curva Sud, così come la trasferta di Cesena in coppa Italia che aveva sancito il ritorno degli UTC, oppure la presenza dei ragazzi doriani con noi in occasione del doppio spareggio con il Bologna nel 2005”.

State organizzando qualcosa di speciale in vista dell’ amichevole di sabato al Tardini? “Abbiamo intenzione di estendere il gemellaggio non solo ai gruppi Boys e UTC, ma coinvolgere il più possibile le due comunità calcistiche, l'intenzione è quella di creare al Bar Gianni un terzo tempo a base di specialità liguri e parmigiane, in cui tifosi, giocatori, Ultras, dirigenti, giornalisti, possano incontrarsi e scambiare due chiacchiere sul mondo del calcio”.

Dedichiamo un pensiero a Matteo Bagnaresi. “A Lui va sempre il primo e l'ultimo coro in ogni partita, è il nostro modo di presentarci, di ricordare un ragazzo ribelle, anticonformista ma dal cuore d'oro, con un sorriso contagioso, che un destino crudele ci ha strappato troppo presto”.

La vostra disamina sul mondo ultras nazionale. “Il mondo ultras nazionale è molto vasto e variegato. Prima che venisse introdotta la tessera c’era un pensiero comune per il “no alla tessera” ma questo è cambiato nel corso delle ultime due stagioni. Molte tifoserie hanno deciso di tesserarsi mentre altri gruppi, e purtroppo sono tanti, si sono sciolti. Parliamo degli Ultras Bari 76, Rangers Empoli 76 e Vigilantes Vicenza 78 per citare gli ultimi casi. Noi stiamo proseguendo sempre sulla stessa linea insieme a tifoserie come doriani, fiorentini, romanisti, padovani (solo per citarne alcuni) che su questo argomento la pensano esattamente come noi.

A che punto procede la vostra lotta alla tessera del tifoso? “Fin da subito la tessera del tifoso non ci è piaciuta per vari aspetti. I legami commerciali e il trattamento dati della tessera non ci piacevano ma non precludono il nostro accesso allo stadio. Adesso questi due aspetti sono caduti grazie alla continua lotta degli avvocati, l’unico vero nodo cruciale della tessera è l’articolo 9, chiaramente anticostituzionale perché esclude dagli stadi chi ha avuto una diffida dall’89 ad oggi. Ad inizio campionato 2010-2011, il primo con la tessera, per non sottostare all’articolo 9 bastava fare il singolo biglietto, ma dopo tre mesi il sistema “Questura on line” è stato esteso anche ai biglietti, applicando su questi gli stessi controlli che si hanno sulla tessera. Finora l’articolo 9 non è stato mai applicato e assieme ai nostri avvocati che conducono la battaglia legale stiamo aspettando da due anni il ricorso al Tar”.

Le vostre riflessioni sull’esigenza di dialogo con le autorità  e le iniziative  di alcune società finalizzate alla creazione dei voucher per le partite  casalinghe. “Finalmente le società hanno iniziato ad ascoltare la voce dei tifosi. Seguendo l’esempio della Roma, molte società hanno permesso ai tifosi senza tessera di comprare il voucher per le partite casalinghe. In pratica si tratta dell’abbonamento che veniva effettuato qualche anno fa prima che esistesse la tessera del tifoso. Il voucher permette al possessore la visione delle partite casalinghe ma non da il diritto alle trasferte. Noi comunque la riteniamo una piccola vittoria del movimento ultras, che come noi, non si è piegato e non ha mollato. Speriamo che il dialogo con le società per iniziative come queste possa proseguire anche in futuro. Gli stadi italiani sono vuoti, noi lo diciamo da parecchi anni e forse qualcuno ha incominciato ad ascoltarci..

La vostra linea di condotta in vista delle gare in trasferta. “Non essendo in possesso della tessera del tifoso la nostra linea di condotta varierà partita per partita. Nella stagione 2010-2011, la prima con la tessera del tifoso, a parte per le due trasferte a Milano con Milan e Inter perché vietate, ci siamo recati in trasferta acquistando biglietti di altri settori, mischiandoci, in molti occasioni, alle tifoserie di casa. La scorsa stagione, la 2011-2012, è stata la più impegnativa degli ultimi anni. I divieti e la tessera, con la difficoltà di trovare biglietti per altri settori, hanno messo a dura prova la nostra presenza e il nostro essere in molti stadi italiani. Il Gruppo però non si è dato per vinto e sfruttando le falle del sistema siamo riusciti ad entrare a Milano, sponda neroazzurra, a Lecce, a Palermo, a Udine e a Cesena mentre in molti altri stadi non ci hanno fatto entrare nonostante fossimo muniti di regolare biglietto (vedi Bergamo e Siena). Tutte queste piccole conquiste hanno rappresentato per noi una grande vittoria”. 

 

[FONTE: Sampdoria News]