Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. PDF Stampa E-mail
Martedì 24 Gennaio 2012 00:36

 

“Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire” non sarebbe proprio il titolo adatto a queste poche righe, perché loro ci sentono, ci sentono sempre e bene, forse solo da un orecchio però…
Domenica, come già si è letto in giro, eravamo a Bologna, siamo andati in trasferta anche senza Tessera del Tifoso, seppur coscienti di avere poche, se non nessuna, possibilità di entrare nel settore ospiti. Non c’era nessuna comunicazione ufficiale che la vendita fosse vietata, il sistema non richiedeva la Tessera del Tifoso e i biglietti sono stati regolarmente pagati 23 euro l’uno.
Siamo andati perché, se non si è dietro le sbarre, circolare in questo paese, spostarsi sul territorio nazionale, è ancora legale. Vero che basterebbe una semplice circolare del ministro di turno per impedire anche questo, ma fin’ora viaggiare non è reato. Eppure noi a Bologna eravamo fuorilegge, eravamo I ricercati. Nonostante questo, da liberi cittadini, abbiam deciso di andare comunque, senza creare tensioni, perché siamo Ultras e vogliamo continuare a portare avanti la nostra storia, la nostra tradizione, vogliamo continuare ad aggregare giovani e meno giovani, parmigiani e non, tutti sotto il segno del Parma, dei suoi colori, dello striscione con le due stelle. Volevamo esserci perché era un derby, perché la partita era importante, per sostenere i crociati in campo.
Non abbiam creato nessun disagio, anzi l’abbiamo subito, eppure siamo riusciti ad essere accusati sui media, che hanno riportato la notizia il lunedì pomeriggio. Questo perché c’è qualche giornalista che usa la propria testa, cosa sempre più rara da scovare in rete (che ovviamente vogliono, per questo, censurare), ma nella maggior parte dei casi sembra che sia un atto dovuto pubblicare pari pari le veline che escono dalla questura di turno, e guai a smentire se poi le cose si scoprono diverse da quanto dichiarato.
Sui media si è letto di “momenti di tensione” e, udite udite, siamo stati accusati di “intemperanze verbali”! Oppalà! Sarà per questo fitto “lancio di argomentazioni” che tutti gli agenti che ci hanno circondato, che ci hanno impedito di andare alle macchine, in bagno, al bar, per oltre un’ora, si sono infilati in tutta fretta casco e scudi. Noi non abbiamo fatto nulla per creare tensione e come risposta abbiamo ottenuto un “sequestro di persona”, minacce di essere portati in Questura e di “farci male”, riprese e schedatura. E tutto questo dispendio di energie e di uomini, per? Per cosa questa volta? Per aver rubato all'autogrill? Per aver seminato terrore in mezzo ad una città avversaria? No! Per aver comprato i biglietti per vedere una partita: dov'è il reato? Di essere Ultras? Di non volerci piegare? O di avere di fronte dirigenti delle Forze dell’Ordine che forti di una circolare pensano di poterti umiliare come meglio credono?
E meno male che nessuno a Bologna, in seguito a uno scambio di parole, è caduto per terra o contro qualche manganello, finendo in ospedale se non peggio, come ogni tanto ci è capitato di leggere, come successo qualche giorno fa ad un tifoso genoano a S.Siro munito di regolare Tessera del Tifoso.
Ma ora, ovviamente, si cercherà di fare giustizia, di punire chi ha stampato i biglietti. Non importa se è il “sistema Tessera del Tifoso” ad essere sbagliato, non importa se la Tessera oltre ad essere sbagliata è anche inutile e inefficiente, visto che i biglietti vengono stampati comunque, non importa se nessuno, neanche chi li andrà forse a multare, ha istruito i rivenditori… Non importa, bisogna reprimere sempre l’ultima ruota del carro, che siano tifosi o lavoratori. Com’è che si dice? Forti coi deboli, deboli coi forti.
Dall’alto ci sentono, sentono che noi vogliamo andare a Bologna e dunque si muovono e lo impediscono. Ci han sempre raccontato che la Tessera era un’imposizione, eppure quando proponiamo il dialogo, quando proponiamo di riaprire i settori ospiti per beneficenza, di riportare tifo e tifosi negli stadi, c’è chi ci ascolta, tifosi, ultras, qualche giocatore, qualche società, e c’è chi rifiuta, chi da quell’orecchio evidentemente non ci sente. Ecco spiegato il titolo dell’articolo…
Abbiamo di fronte ad un essere senza udito, incapace di ascoltare ma solo di parlare a sproposito e solo davanti a giornalisti compiacenti....
Questa è l'Italia, dove i buoni non sempre sono dalla parte del giusto ed il partito dei cattivi è composto da tutti quelli che non accettano l'imposizione di essere buoni, solo perchè vogliono rimanere liberi.

BOYS PARMA 1977