Adesso poche balle: vincere e convincere! In campo e sugli spalti! PDF Stampa E-mail
Martedì 20 Dicembre 2011 09:17

Le partite di calcio, a quanto ci risulta, durano 90 minuti più recupero. Le partite non durano un tempo, a meno che non si “chiudano” mettendo il risultato al sicuro, non durano i dieci minuti finali e se vogliamo analizzare Parma-Lecce basandoci sotto questo punto di vista non possiamo che definirla una brutta partita.

 

 Brutta volendo essere generosi. Il Parma, in casa, ha pareggiato 3 a 3 con l’ultima in classifica, un Lecce che sta passando un buon momento di forma dopo il cambio di allenatore, con un Cosmi in più in panchina, ma pur sempre l’ultima della classe. Parma-Lecce era una gara da vincere a tutti i costi, invece è stato l’ennesimo passo falso, l’ennesima occasione sprecata per fare un balzo in classifica. Non ci stiamo montando la testa, non lo facciamo mai, siamo i primi a ripetere a tutti che il nostro obiettivo è la salvezza e appunto per questo, davanti a così tanti punti persi per strada, davanti a una classifica molto corta, abbiamo paura che questi punti persi possano avere un peso nel proseguito del campionato. Un diverso atteggiamento in gare come Novara, Cagliari e Lecce, per citare le ultime, ci avrebbe permesso di giocarci il nostro onesto campionato in maniera tranquilla, senza preoccuparci troppo di cosa succede alle nostre spalle, invece la nostra prima preoccupazione continuerà ad essere la distanza con il terz’ultimo posto in classifica. Fosse stato un episodio saremmo stati i primi a prendere le difese di squadra e Società, invece è il solito atteggiamento immaturo che si ripete, non solo da questa stagione, ma da anni. Non sappiamo se e quale sia il problema, vediamo solamente una squadra che troppo spesso offre prestazioni mediocri e troppo alternate, una squadra che quando ha l’occasione per decidere il futuro della propria stagione (e due partite interne erano una ghiotta occasione) regolarmente stecca. Un problema di mentalità, forse, ma che sta a giocatori, Mister e Società risolvere, senza puntare il dito sull’atteggiamento del pubblico. Anche perché, ormai, tutti dovrebbero sapere com’è il pubblico di Parma. Il pubblico di Parma è esigente a prescindere, la vittoria sembra un atto dovuto, soprattutto in casa (anche perché la trasferte sono sempre state per pochi intimi): in pochi vivono la partita attivamente, in pochi cantano, in pochi sostengono la squadra. Tutti però, ma proprio tutti, son pronti a fischiare il giocatore di turno, a contestare. L’abbiam scritto anche poco tempo fa: se fischiassimo gli avversari come si fischia ora Pellè, giocare al Tardini per gli altri sarebbe molto difficile. Se cantassimo per il Parma come si canta “Fuori le palle”, il Tardini sarebbe una bolgia. Anche noi, a caldo, ci siam fatti trasportare domenica. Il coro “fuori le palle”, come sprono, ci stava tutto, la gente non avrebbe cantato altro in quel momento e bisognava dare una scossa alla squadra, ma dopo dovevamo tornare a cantare per il Parma come facciamo di solito. Così come ci potevano stare, a fine gara e nonostante la bella reazione e il punto insperato, i fischi se, come abbiam scritto all’inizio, si guarda la partita nell’arco dei 90 minuti. Noi l’abbiam sempre detto: la squadra va incitata durante la partita, anche nelle difficoltà, poi a fine gara uno è libero anche di fischiare. Quello che invece non accettiamo assolutamente e deve finire una volte per tutte è quell’essere permalosi dei giocatori, e non sappiamo se anche in Società la si pensa uguale, che salta regolarmente fuori in queste occasioni. Una scena, anche questa, che si ripete negli anni, e forse è l’ora di scambiare qualche parola con gli “anziani” dello spogliatoio. Si prendono gli applausi quanto i fischi, anche quando a proprio giudizio non sono meritati. Anche perché, parlando con termini economici, visto che nel calcio quello che conta è il business, il tifoso paga il biglietto dunque è anche cliente (termine che a noi non piace, ma si sposa con l’esempio!), e il “cliente ha sempre ragione” e se lo si tratta male spesso lo si perde. E non c’è certo la fila di altri tifosi-clienti per prendere il posto di chi lascia. Dunque archiviamo e alla svelta Parma-Lecce e ripartiamo tutti insieme già mercoledì nel recupero della prima giornata, Parma-Catania, con la voce sugli spalti (e non per contestare) con la cattiveria in campo. E comunque vada: tutti sotto la curva, con fischi o applausi. Anche perché, già il calcio perde ogni giorno di credibilità (vedi ultimo scandalo scommesse di questi giorni), già il tifoso ha mille doveri e mille divieti, se poi ci mettiamo che i giocatori fanno i permalosi con chi li segue forse siamo proprio alla frutta.

 

BOYS PARMA 1977